RENATO MILO
Nasce il 5 giugno
1958 a Cicciano, risiede a Napoli. Compie gli sudi all’istituto
statale d’arte e all’accademia di belle arti; ha insegnato all’
istituto d’arte e all’universita’ popolare liceo Umberto I° di
Napoli. Collabora per molti anni con l’ istituto italiano per gli
studi filosofici che ha sede a palazzo Serra di Cassano; ottieni
incarichi artistici e culturali New Yoork, Los Angeles, Nizza e
Parigi. La sua prima mostra è una collettiva con sei artisti
all’accademia di belle arti di Brera nel 1981; seguono diverse
personali in gallerie pubbliche e private, in Italia e all’ estero.
Presenta pellicole di plastica trasparente, aggrinzite e annerite
con colori acrilici; bottiglie e lattine di coca-cola bruciate e
schiacciate, dipinte su tele. Le sue prime opere inoggettive sono
del 1981.Continua con lo studio sulle forme arrivando a una ricerca
geometrica spaziale nel 1990; comincia a realizzare lavori di arte
costruttiva ricercando in assemblaggi geometrici forme e movimento.
Aderisce a movimenti artistici giovanili come il gruppo ES nel 1987
e ZON nel 1989 che si trasformera’ in un gruppo iperspazialista
geometrico. Partecipa a numerose manifestazioni nazionali e
internazionali. Nel 1998 aderisce al ”Movimento Internazionale MADI”.
Nelle più recenti realizzazioni le immagini geometriche dei suoi
lavori si raccolgono in teche di plexiglass trasparenti colme
d’acqua; questi contenitori di plastica identificano una
idroscultura preventiva detersiva abluzione percettiva, una
simbolica riconversione attraverso il rumore e l’ intasamento dei
nostri canali comunicativi, un’ apertura al di fuori delle classiche
convinzioni geometriche, spazi sottratti al transito dell’aria per
definire fisicamente un luogo ancestralmente primario e visivo
attraverso la capienza dell’acqua. Una forma triangolare e
segmentale, che va oltre la struttura chiusa, teorizzazione
filosofica “Madi”: è passare da una forma geometrica chiusa ad una
forma aperta, ottenuta per rifrazione cinetica. In questa forma
aperta spaziale, ideologica, filosofica madi, la costruzione e il
movimento vengono riprodotti dall’ acqua ma soprattutto dalla
partecipazione dello spettatore che muovendosi intorna all’ opera
crea spazialità, anima della “forma madica”.
renatomilo@man.it