MIRELLA FORLIVESI
Figlia di Luigi
Forlivesi, giornalista,scrittore,insegnante, medaglia d’ oro alla
cultura della presidenza della repubblica, nasce il 27 ottobre 1925
a Pisa, da famiglia senese. Indirizzata adolescente agli studi d’
arte da Fortunato Bellonzi, studia all’ istituto d’ arte di Lucca e
pittura all’ accademia di belle arti a Firenze. Dopo un periodo
dedicato alla pittura e alla ceramica inizia a creare nuove forme
per gioielli e piccole sculture e, presentata da Lara Vinca Masini,
le espone in varie città in Italia e all’ estero; a Parigi espone
negli anni sessanta alla Galerie de France dove incontra lo scultore
Giacometti, che le acquista un’opera. Insegna disegno e storia
dell’arte all’ I.T.F. di Pisa, di Firenze e poi di Milano, città
dove negli anni sessanta si trasferisce e lavora. Aderisce fin dagli
anni sessanta a vari gruppi di tendenza d’ avanguardia. A Milano
incontra Ettore Sttsass ed espone varie volte alla galleria “Il
Sestante” da lui diretta. Negli anni settanta esegue le sue prime
opere inoggettive usando l’ acciaio e il plexglass, evolvendo spesso
le opere da due a tre dimensioni, come le sculture cinetiche
“riflessione e moto” in acciaio e le “variazioni su tre facce di un
cubo” in acciaio e plexiglass presentate alla Sincron di Brescia e
alla Giraldi di Livorno, corredate da un testo di Bruno Munari il
cui incontro, significativo e determinante, durerà nel tempo in un
sodalizio di stima e amicizia profonda. Negli anni ottanta riscopre
con la fotografia antiche tarsie del romanico pisano da cui
reinventa forme per dipinti, grafica, sculture in legno, plexiglass,
acciaio e bronzo e i gioielli in oro e argento “rosoni comete”,
anche in negativo-positivo, esposti nel 1990 a palazzo Lanfranchi
nella mostra “materiali ricerca donna”, organizzata dal comune di
Pisa, con testo introduttivo di Alberto Veca. Negli anni novanta
tornando a progettare come negli anni settanta su tre facce di un
cubo, crea forme geometriche “gemine”, contrapposte e colorate
internamente e ripiegate sulle diagonali che provocano modularità
ritmiche ed effetti di colore e di luce mobile su tableau di
cartoncino bianco: “i cromofrangenti in cartorilievo”; le stesse
forme in plexiglass diventano piccolle e grandi sculture: “i
luciflessori” strutture luminescenti, che espone nella personale del
1993 ad Arte Struktura. Pubblica la monografia a cura di Carlo
Belloli “cromofrangenti in cartorilievo+luciflessori” edizione Arte
Struktura. Partecipa a numerose mostre personali e di gruppo ed è
presente in collezioni pubbliche e private. Fa parte del “Movimento
MADI Italia”.