ALDO FULCHIGNONI
Nasce il 14 agosto 1935 a Napoli
dove risiede, frequenta il liceo artistico statale e l’
accademia di belle arti con i maestri Spinosa, De Stefano,
Depalma, Ciardo, Bologna; consegue il diploma di scenografia ed
è segnalato al teatro “San Carlo” di Napoli: Espone dal 1955 con
Biasi, Fomez, Persico, Pisani, Di Ruggero. Dal 1958-59 lavora
come scenografo a San Paolo del Brasile e svolge la sua ricerca
e attività di pittore-progettista. Accetta la direzione
artistica di una cartiera, acquisendo conoscenze specialistiche
e tecnologiche su materiali diversi. Dal 1960, tornato in
Italia, si dedica all’insegnamento di storia dell’arte e di
educazione artistica; continua le sue indagini pittoriche, che
con lunghe campiture cromatiche, forti componenti segniche e
dinamismo cangiante possono definire la sua ricerca
post-futurista. Si dedica allo studio del colore e sperimenta
per diversi anni, affinando nitidezze e trasparenze cromatiche;
lavora in solitudine, partecipando raramente a manifestazioni
espositive. All’inizio degli anni novanta inserisce nelle opere
tagli luminosi in nuove suddivisioni cromo-strutturali delle
compiture allargate e in netti tracciati modulari; sintesi,
piani, colori, equilibrio compositivo, principi fondamentali del
neoplasticismo sono le regole nelle quali si identifica. Risolve
quadrati e rettangoli con rigore lineare e spinte cromatiche sui
quali inserisce acuti triangoli di luce. Si avvicina alle teorie
del Madi e prosegue la ricerca caratterizzata da lavori di
equilibrato livello esecutivo, che si divide tra visioni
allargate e aperte, richiami e rimandi paralleli, segnalazioni e
dilatazioni speculari, in proposte di tensioni spaziali. Le
ultime opere sono il risultato di uno schema meditato e di una
franca dinamicità cromo costruttivista. È particolarmente
interessato allo studio delle infinite possibilità di
combinazione e degli equilibri tra forme geometriche diverse.
Oggi realizza le sue opere con incastri di forme geometriche in
legno dipinto di vario spessore. Le bacchette nere, uscenti dal
nucleo della composizione, assumono il ruolo di vettori
spaziali, stimolanti l’infinito gioco creativo. Hanno scritto,
tra gli altri: G.Agnisola, A.Avitabile, S.Arcella, A.Calabrese,
R.Casolaro, S.Cecere, N.CornaoTedeschi, R.Corti, G.DaLio,
A.DeFalco, M.Depalma, G.DePaolo, G.DeRienzo, G.Errico,
L.P.Finizio, S.FizzarottiSelvaggi, G.Grassi, G.A.Leone, A.Lippo,
F.Mazzoli, M.Micozzi, R.Nigro, P.Rasulo, F.Resca, N.Romeo,
D.Raio, G.Segato, C.R.Sciasa, M.Vitiello