VALMORE STUDIO D'ARTE VICENZA

Valmore studio d'arte - Vicenza

Contrà Porta S. Croce 14 - Tel/fax 0039(0)444.322557

e.mail: arte@valmore.it
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con il patrocinio del

Comune di Vicenza

 


 

inaugura presso la propria sede

Venerdì 29 Febbraio 2008 alle ore 18.00

Testo critico di Monica Bonollo...

MIRIORAMA 15

1959/2008 gruppo T

Saranno presenti gli artisti. Catalogo a cura di G.Anceschi

La mostra proseguirà fino al 15 maggio 2008 con il seguente orario:
dal martedì al sabato dalle 16 alle 19.30 o su appuntamento

 

Tutte le mostre del Gruppo T vengono chiamate “Miriorama”. “Miriorama” è un termine settecentesco per indicare spettacoli luminosi barocchi con visioni molteplici e immagini che ne contengono altre all’interno. “Miriorama 1” si tenne nel 1960 a Milano presso la Galleria Pater e “Miriorama 14” ebbe luogo ad Ulm presso lo Studio F nel 1964.

Dopo questi primi anni di grande fermento il Gruppo T non proclamò mai formalmente il proprio scioglimento ma a partire dal 1964 alle ricerche e alle mostre collettive si affiancarono ricerche e mostre personali. Ora con questa mostra intitolata “Miriorama 15” Giovanni Anceschi, Davide Boriani e Gabriele Devecchi intendono comunicare che la loro collaborazione resiste nel tempo e il Gruppo T si ripresenta condividendo ancora idee, convinzioni ed esperienze.

La loro esperienza parte a Milano alla fine degli anni ’50 quando un gruppo di giovani, G. Anceschi, D. Boriani, G. Colombo, G. Devecchi, G. Varisco, smaniosi di cambiamenti e desiderosi di sperimentare nuove tecnologie, insofferenti delle convenzioni e dei riti e miti dell’arte, si costituisce nel Gruppo T. “T” sta per “Tempo”. “Consideriamo la realtà come un continuo divenire di fenomeni - dichiara il Gruppo T – che noi percepiamo nella variazione. Da quando una realtà intesa in questi termini ha preso il posto, nella coscienza dell’uomo (o solamente nella sua intuizione) di una realtà fissa e immutabile, noi ravvisiamo nelle arti una tendenza ad esprimere la realtà nei suoi termini di divenire”.

L’idea della realtà come continuo mutamento non è recente e con essa le ragioni dell’arte cinetica. Nel quinto secolo a. c. Eraclito afferma “panta rei” (“tutto scorre”) e agli inizi del 1900 Einstein pubblica gli studi sullo “Spazio-Tempo”. E’ proprio a questa quarta dimensione, il tempo, che si rivolge l'attenzione del Gruppo T: “tempo” che nella pittura e scultura era stato sempre e solo “rappresentato” in modo simbolico. La loro convinzione è che l’opera deve essere in divenire, deve mutare. Per fare ciò è necessaria una organizzazione dello spazio-tempo, una programmazione del caso, e un intervento dall’esterno. E’ evidente che un’opera che risponda a questi requisiti non nasce di getto ma deve prendere forma da un progetto. E non essendo uguale a se stessa ma trasformandosi continuamente è sempre presente nel tempo. Scriveva Cicerone: “in mobili omnia aliquantulum aeternitatis”, ogni cosa che si muove ha in sé un poco di eternità.

Infine negli Ambienti interattivi, realizzati dal Gruppo T a partire del 1964, la percezione si sposta dall’oggetto al corpo, non è più richiesto solo l’intervento operativo ma subentra un’esperienza polisensoriale dovuta alla presenza dello spettatore all’interno dell’opera. L'opera si trasforma in luogo-spazio ed è aperta: programmata per il coinvolgimento dell'osservatore che la esperisce attivandola.

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